“Camminata arrabbiata”: in cento per dire no alla violenza sulle donne
Partecipata l’iniziativa organizzata dal gruppo “Non una di meno” sul luogo dello stupro di agosto
MODENA. Erano in un centinaio le persone, di tutte le età, che nel pomeriggio di ieri hanno partecipato alla “Camminata arrabbiata” in zona San Damaso organizzata dalla sezione modenese del gruppo “Non una di meno” col supporto del Punto di lettura della biblioteca di San Damaso e di tanti cittadini e cittadine della frazione modenese.
Le motivazioni
«Dopo l’episodio avvenuto poco tempo fa sulla ciclabile della nostra frazione – spiegano dal comitato organizzatore di “Non una di meno” – in cui una donna, in pieno giorno, è stata stuprata, abbiamo deciso, in occasione del mese di novembre, mese simbolo della lotta alla violenza di genere, di abitare quel luogo dove si è consumata la violenza per riflettere su quanto accaduto e sui tutti i temi connessi alla violenza, tra cui quello del consenso. Lo abbiamo fatto con lo spirito che abitualmente ci contraddistingue – continuano – e cioè cercando in tutti i modi di fare rete con altre associazioni e realtà sia del territorio modenese che di quello reggiano coinvolgendo dei cori femminili che hanno animato il pomeriggio». L’episodio risale ad agosto, quando una donna è stata violentata in pieno giorno da un giovanissimo. Una violenza brutale, che aveva scosso l’intera comunità.
L’iniziativa
La Camminata arrabbiata è iniziata intorno alle 15 presso la Polivalente di San Damaso con un momento corale curato dal coro modenese delle “Cence allegre” per poi proseguire lungo un percorso di 6 chilometri che ha fatto tappa presso l’area dell’anfiteatro per un altro momento musicale. La manifestazione è durata tutto il pomeriggio e si è chiusa intorno alle 18 presso il Punto di lettura con una assemblea in cui ciascuno è stato libero di portare una propria riflessione. Alla Camminata arrabbiata erano presenti anche giovani studenti e studentesse universitari che si sono dichiarati estremamente sensibili al tema. «Sentiamo la necessità di partecipare a questo genere di iniziative perché purtroppo sono temi che riguardano tutti, compresi noi studenti di Unimore – affermano Matteo Zini e Otello Poletti – purtroppo anche negli ambienti universitari non si parla mai abbastanza di violenza di genere, quando si sa che invece è un problema diffuso anche nelle nostre generazioni dove molti stereotipi tipici del patriarcato ancora non sono stati superati. Apprezziamo però moltissimo il lavoro di sensibilizzazione che sta facendo la professoressa Maria Manfredini, docente di matematica di Unimore – concludono i due giovani studenti – che su questi temi propone iniziative interessanti e concrete come incontri, eventi e spettacoli teatrali sul tema».
