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Il caso

Parco Estense, affitti a rischio Il Comune: «Serve subito un tavolo, rischio di un aumento»

di Manuel Marinelli
Parco Estense, affitti a rischio Il Comune: «Serve subito un tavolo, rischio di un aumento»

Dopo le lettere inviate agli inquilini da Fondo Investire Sgr, proprietario delle cinque palazzine del comparto Ers, interviene l’assessora Maletti: «Nessuna disdetta, ma canoni in aumento»

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MODENA. «Subito un tavolo per capire cosa stia succedendo alle palazzine del Parco Estense». Lo ha detto l’assessora alle Politiche Abitative Francesca Maletti. Anche il Comune è stato colto di sorpresa dalla lettera inviata dal Fondo Investire Sgr a 200 famiglie residenti nelle palazzine del comparto Parco Estense con contratti a canone concordato che ora temono per la propria casa e il proprio futuro.

Le palazzine

Il clima è piuttosto teso. In quel complesso, infatti, vivono famiglie che accedono ad affitti calmierati, più bassi rispetto ai valori di mercato, in virtù di una convenzione firmata nel 2019 tra il Comune di Modena e Modena Estense Spa della durata di 15 anni. Ne sono passati appena 6, neanche la metà. E ora cresce l’ansia per il futuro.

L’ombra degli aumenti

Ma l’assessora Maletti tranquillizza: «Da quanto abbiamo capito non verrà stracciato nessun contratto a ha detto a margine di un convegno di Cisl ieri mattina a Palazzo Europa - è una lettera che informa gli inquilini di questo: alla scadenza del contratto, alla fine del 2026, rivediamo le regole del gioco». Il che significa aumenti. Una lettera che è arrivata all’improvviso, come un fulmine a ciel sereno, senza il coinvolgimento degli attori principali della questione: il Comune e gli inquilini, oltre ai sindacati, che hanno alzato gli scudi in attesa di capire le intenzioni del Fondo Investire Sgr, proprietario degli immobili. Anche l’amministrazione comunale ha alzato le orecchie, in particolare l’assessora competente, che spiega ancora: «Stiamo verificando l’accordo. Lì c’è un vincolo di 15 anni, e non sono ancora passati per cui pensiamo vogliano rivedere al rialzo i canoni di affitto sulla base degli accordi territoriali che nel frattempo hanno avuto un’evoluzione in crescita. Stiamo analizzando, poi chiameremo la proprietà e convocheremo un tavolo con le associazioni degli inquilini per sederci e discutere», conclude.

Critiche dal sindacato

«L’apertura di un tavolo con l’amministrazione è sicuramente una buona notizia - spiega Marzio Govoni del sindacato Sunia - parliamo di affitti che sono già elevati, intorno ai 600/700 euro, anche 800 in alcuni casi. Le famiglie che sono venute ad abitare qui lo hanno fatto con una certezza di lungo periodo: per 15 anni il canone sarebbe stato concordato, come da accordi con il Comune. E quella convezione va rispettata. Sappiamo che si tratta di rivalutazioni, che dovrebbero attestarsi nell’ordine di una decina di euro al mese, ma siamo comunque molto preoccupati». Quello su cui Govoni punta il dito sono i metodi «molto discutibili. L’amministrazione comunale non ne sapeva niente, così come inquilini e sindacati. I toni si sono alzati subito, noi siamo disposti ad abbassarli a patto che ci sia la disponibilità di mettersi a un tavolo e discutere. Siamo fiduciosi che questo si potrà fare. Rimane il fatto che non si fa così». Govoni non dimentica il tema della manutenzione: «Alcune cose sono state fatte, ma da tempo segnaliamo diverse problematiche che necessitano di essere risolte, in primis le infiltrazioni e le aree comuni trascurate».