Il direttore del pronto soccorso lascia l'ospedale: «Vado a fare il medico di base»
La scelta del dottor Giovanni Violi, primario a Pavullo: «Scelta controcorrente? Non esiste una medicina nobile. Inzio a percorrere con fiducia e grande curiosità una strada diversa, che sarà bellissima»
PAVULLO. Giovanni Violi, direttore del pronto soccorso di Pavullo, lascia l’ospedale e riparte da capo. O quasi. Non per un incarico più prestigioso, ma per andare a coprire il ruolo di medico di base. E, per farlo, si è già messo di nuovo sui banchi, frequentando il corso di formazione per abilitarsi alla medicina generale. È una di quelle notizie che obbligano a rileggere il titolo per capire se si è capito bene, sì, soprattutto in tempi in cui si parla di fuga dagli ospedali, di camici bianchi stremati e di "emorragia di medici di base”. Ne scrivevamo sulle nostre pagine giusto a ottobre e i numeri, sulla carta, parlavano chiaro: mancherebbe un centinaio di medici di base su tutta la provincia.
Una vita in pronto soccorso
In questo senso, Violi fa un passo laterale. E forse anche avanti. Venticinque anni di professione alle spalle, metà vissuti in pronto soccorso. È specialista in medicina interna, ha lavorato anche con l'elisoccorso di Pavullo, ha guidato per cinque anni il pronto soccorso ed è stato vice direttore del Dipartimento di emergenza-urgenza provinciale. Un percorso solido, riconosciuto, che oggi non rinnega: «Sono molto contento di quello che ho fatto finora – racconta – mi ha soddisfatto professionalmente e umanamente». E allora perché cambiare? «Qualcuno potrebbe dire: ma perché da primario vai a fare il medico di famiglia? Lo so che è una scelta controcorrente. Ma è una scelta dignitosa in ogni suo aspetto. Non esiste una medicina più nobile di un’altra, secondo me». La sua bussola, dice, è sempre stata una sola: «Fare il medico, e farlo bene, in qualunque ambito. Senza pregiudizi. Con la curiosità di chi sa che ogni nuovo inizio porta su una strada diversa. Parto per fare una cosa nuova, e sono sicuro che sarà bellissimo».
Da Pavullo a Modena
Ma c’è anche una dimensione privata. Violi ha una famiglia numerosa, vive a Modena, e il pendolarismo quotidiano, i ritmi dell’ospedale, il peso delle responsabilità hanno reso inevitabile una riflessione profonda. Da qui la decisione, non semplice, di cambiare città e setting di lavoro: l’ospedale lascerà spazio al territorio, l’emergenza alla continuità assistenziale. Un iter lungo, che ora sta già iniziando, per sopperire anche a una carenza strutturale che incide sulla qualità dell’assistenza e sul rapporto con i pazienti: «In questo quadro, dopo anni di esperienza in pronto soccorso al fianco di una squadra che mi ha dato tantissimo– afferma – spero di poter dare il mio contributo». Lo farà «in punta di piedi», con l’umiltà di chi sa di dover imparare, ma anche con l’esperienza di chi ha visto la malattia in tutte le sue fasi. «Mettere al centro la persona e i suoi bisogni, prendersi carico del paziente: che sia nel reparto di un ospedale o nelle vesti di medico di base, questo è il mio obiettivo». E così, a fine gennaio si chiuderà un capitolo. Dal primo di febbraio inizieranno le sostituzioni e il percorso verso la piena attività come medico di base a Modena. A Pavullo lascia «un’ottima squadra», certo che «la continuità e l’efficienza del pronto soccorso saranno garantite». In questo senso l’Ausl fa sapere che sta già provvedendo a nominare un sostituto.
