Gazzetta di Modena

Modena

Criminalità

Rapina in villa, parla una vittima: «Siamo stati legati per quasi un’ora con le pistole puntate contro»

di Mattia Vernelli
Rapina in villa, parla una vittima: «Siamo stati legati per quasi un’ora con le pistole puntate contro»

Il racconto di Luca Lucchini, proprietario di casa e ostaggio della rapina nella villa in strada Montanara: «Seduti in salotto con le mani bloccate mentre cercavano oro»

4 MINUTI DI LETTURA





MODENA. «Ho sentito l’urlo della custode e mi sono affacciato: un uomo incappucciato stava entrando in casa. Ci hanno legati e hanno cercato l’oro, avevano delle pistole. Il tutto è durato quasi un’ora». È Luca Lucchini a raccontare gli attimi di terrore vissuti lunedì 29 dicembre all’interno di “villa Rovina” in strada Montanara, la casa della famiglia dentro la quale si è consumata una rapina a mano armata.

Legati e minacciati

«La casa è disabitata, alla mattina c’era solo mio padre e la giovane custode. Io sono arrivato intorno alle 9 perché avevo fissato un appuntamento di lavoro con tre persone. Ho sentito l’urlo della ragazza e dal piano superiore ho visto l’uomo incappucciato. L’istinto mi ha portato a chiudermi a chiave all’interno di una stanza. Ma pochi minuti dopo hanno sfondato la porta e mi hanno preso». Inizia l’incubo di Lucchini e degli altri presenti: «Era armato, e mi ha legato le mani con lo scotch, condotto al piano terra dove c’erano mio padre e la custode. Lei piangeva e ha riferito loro di essere incinta, e quindi i rapinatori hanno evitato di legarla. Ci tengo a precisare che non hanno usato violenza: il loro intento, l’hanno specificato fin da subito, era quello di rubare. Erano almeno in quattro, parlavano benissimo italiano con accento dell’Est. Erano chiaramente professionisti, portavano guanti e giubbotti neri, erano coperti da passamontagna. Io ho provato a dire loro che sarebbero arrivate di lì a poco altre persone, ma non mi hanno creduto. Ci hanno ritirato tutti i cellulari e hanno iniziato a perlustrare la casa alla ricerca di oggetti di valore, ma fortunatamente c’era davvero poco. Non so quantificare il valore della refurtiva, hanno portato via solo una piccola cassaforte che conteneva oro e contanti».

L’arrivo di altre persone giunte nella villa per l’appuntamento di lavoro non dissuade i rapinatori dal procedere con il loro intento: «Appena ha parcheggiato l’auto in cortile - continua Lucchini - al primo collega è stata puntata una pistola, l’hanno legato con delle fascette e portato dentro. Dopo cinque minuti ho sentito dal giardino uno dei ladri dire “state zitti!”. Erano arrivate altre due persone per l’appuntamento, anche loro bloccate all’ingresso e condotte dentro con l’arma puntata. Eravamo tutti seduti su sedie con le mani legate in salotto, è stato un momento terribile, ma non ho mai temuto per la mia incolumità perché ho capito che non volevano farci del male. Io sono stato piuttosto collaborativo e non mi hanno neanche tappato la bocca. A un certo punto ci hanno fatto alzare e ci hanno chiusi dentro una stanza. Dopo cinque minuti di attesa non si sentiva più alcun rumore. Se n’erano finalmente andati. Così la custode, l’unica ad aver avuto le mani libere durante tutta la rapina, ci ha aiutato a slegarci. Abbiamo chiamato la polizia, che è arrivata tempestivamente».

Si contano di danni

Dopo la fuga della banda, si contano i danni: «Prima di andarsene hanno preso le chiavi dell’auto di uno dei miei colleghi. Si tratta di un’Audi A7, con la quale sono scappati. Non sappiamo alla mattina da quanto tempo fossero all’interno del giardino prima di entrare. Probabilmente avevano scavalcato da ore e stavano aspettando il mio arrivo per iniziare il colpo. Fortunatamente nessuno è rimasto ferito». Sul caso indaga la polizia. Lunedì mattina – 29 dicembre - gli agenti della scientifica hanno sequestrato diversi oggetti presenti all’interno della casa da repertare alla ricerca di eventuali tracce di dna. L’Audi A7 non è l’unica che la banda ha tentato di portare via: la polizia ha infatti trovato all’interno di un’altra auto di proprietà di una delle sei vittime una sacca che i ladri, durante la rapina, hanno lasciato nell’abitacolo, contenente chiavi e strumenti da scasso. Materiale utile alle forze dell’ordine per ricostruire quanto accaduto così come gli altri oggetti repertati e accanto ai quali sono stati messi i segnaposto della scientifica, per poi essere trasportati in laboratorio per ulteriori approfondimenti. Continua la caccia all’Audi rubata dai ladri, che, stando alle prime ricostruzioni, hanno attraversato la tangenziale e poi sono fuggiti verso Pavullo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA