Gazzetta di Modena

Il lutto

Ciao Stefano: l’addio sulle note di Bob Dylan, la poesia nata dalle sue ultime parole

di Stefano Aravecchia
Ciao Stefano: l’addio sulle note di Bob Dylan, la poesia nata dalle sue ultime parole

Totaro, per tutti noi “Tost”, è morto a 63 anni e per 30 è stato una colonna della nostra redazione: lunedì 20 ottobre il funerale nella chiesa di Collegara. Il ricordo della sorella Francesca: «Stavamo scrivendo un’opera a due voci, chissà cosa avrebbe pensato di questo mio componimento»

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MODENA. La notizia è piombata in redazione come un macigno nella tarda mattinata di ieri, mercoledì 15 ottobre: se n’è andato Stefano Totaro. Uno di noi, probabilmente una delle penne più talentuose transitate in Gazzetta dal 1981 ad oggi. Tost, noi lo chiamavamo così, ci ha lasciato a 63 anni. Ne avrebbe compiuti 64 il prossimo 16 novembre. Si è spento in un letto del Policlinico dov’era ricoverato da qualche settimana, al suo fianco la sorella Francesca, il fratello Enrico, insieme a Rossana e Luca. Ad accompagnarlo le note di Mr. Tambourine Man di Bob Dylan, suo idolo indiscusso fin da ragazzino.

Giornalista e poeta

La scomparsa di Totaro è un colpo al cuore che ci priva innanzitutto di un grande amico, ma anche di un giornalista acuto, affabile, curioso, arguto, istrionico. Stefano era anche un poeta ( “le mie muse ispiratrici - diceva - sono Rimbaud, Dylan, Pessoa e un mio amico viareggino”) dotato di una sensibilità rara mescolata ad un’ironia irresistibile con la quale sapeva sdrammatizzare e strappare sorrisi. Scriveva con uno stile tutto suo, inimitabile, sia che si trattasse di articoli di cronaca nera o bianca.

Trent’anni in Gazzetta

Perdere Totaro significa veder volare via una fetta di tre decenni di storia della Gazzetta. Tost ha lasciato un segno indelebile - in chi lo ha conosciuto ma anche solo letto - reso immortale dai suoi articoli che ha iniziato a scrivere quando, reduce dagli studi classici e da qualche anno alla facoltà di Medicina (avendo il padre medico dentista era quasi una via obbligata da percorrere) e uno a Filosofia, nel 1986 ha varcato la soglia della Gazzetta, all’epoca situata tra via Emilia e Largo Garibaldi. La sua carriera giornalistica è durata fino al 2020, quando - con un colpo di teatro dei suoi - ha deciso di salutare tutti per tuffarsi in altre avventure professionali. In realtà il cordone ombelicale con la Gazzetta non l’ha mai reciso del tutto, come testimonia la rubrica Sostiene Totaro che ha curato fino a luglio.

Le passioni

Abile e apprezzato fotografo (ha allestito diverse mostre), amava la musica e da autodidatta sapeva suonare diversi strumenti (indimenticabili le sue esibizioni con l’armonica) senza dimenticare la passione sportiva che riservava ai colori gialloblù del Modena (per anni ha bazzicato sugli spalti del Braglia con gli Hniti). E adesso? “Freghten”, direbbe lui con uno dei suoi mitici intercalari. No, caro Tost, stavolta non ce ne possiamo proprio fregare. Hai lasciato in tutti noi un vuoto enorme.

Il ricordo della sorella Francesca

A provare a riempirne una minima parte ci proverà la sorella Francesca: «Stefano ed io avevamo un progetto - anzi, il progetto - come lo chiamava lui. Stavamo scrivendo un’opera a due voci, una sorta di dittico: una raccolta di poesie nostre, in cui ogni pagina avrebbe accostato un suo componimento e uno mio, nati dalla stessa suggestione, dalla stessa immagine o parola. Due sguardi che si riflettono l’uno nell’altro. Quel progetto, che presto vedrà la luce, si chiamerà “Uno”, come aveva deciso Stefano negli ultimi giorni, divertendosi, ancora una volta, a ribaltare l’ovvio... Intanto gli ho dedicato una poesia, chissà cosa avrebbe scritto lui accanto a questo mio componimento. Un po’ credo di saperlo, ma so anche che, come sempre, sarebbe riuscito a sorprendermi».

Il funerale si terrà lunedì 20 ottobre, alle 11, nella chiesa di Collegara (strada collegara 7, San Damaso), con partenza intorno alle 10.40/45 dalle camere ardenti del Policlinico di Modena.

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