Una tegola sul Carpi, la Covisoc congela l’iscrizione alla serie C del club biancorosso
Un fulmine a ciel sereno per la società di via Marx I problemi sarebbero legati a un disguido burocratico
Fabio Garagnani
Nel giorno dell’ufficializzazione dell’allenatore, sul Carpi cade una tegola imprevista: la Covisoc, infatti, avrebbe messo sub iudice l’iscrizione del club biancorosso insieme a quelle di altre 14 società di Serie C.
La ragione appare più burocratica che sostanziale e riguarda l’interpretazione di una modifica del regolamento della Lega Pro che delimita modi e tempi per rateizzare le ultime due tranche di contributi della stagione. Dall’anno scorso, la finestra sarebbe stata ridotta da 12 a quattro mesi, ma in tante hanno frainteso presentando all’interno della domanda d'iscrizione, come il Carpi, la richiesta di rateizzazione spalmata sull’anno.
Si tratta peraltro di documentazione regolarmente accettata dall’INPS. Per questa ragione, ci si attende un intervento della Lega Pro che indichi come sanare la situazione. In società è ferma la convinzione che non si rischi in sostanza nulla, né il rigetto della domanda, né l’estromissione dal campionato. L’unico effetto potrà essere quello di accorciare per il Carpi i tempi di pagamento verso l‘istituto di previdenza e avvicinare la prima rata.
La decisione della Covisoc era attesa per la giornata di ieri, e il ritardo avvalora la tesi di un momento di confronto alla ricerca di una soluzione all’interno dell’Istituto di vigilanza. Una conferma arriverebbe anche dal fatto che, fino a ieri sera, alla società non era arrivata nessuna PEC, mentre dalla stessa Lega sarebbero arrivati messaggi tranquillizzanti alle realtà coinvolte nell’errata interpretazione. Per questo, potrebbe non esserci nemmeno la necessità di un ricorso, che andrebbe formalizzato entro il 13 luglio per essere poi accolto o respinto dal Consiglio della Figc due giorni dopo. La società aveva già risposto a richieste d'integrazione da parte della Covisoc dopo la presentazione della documentazione avvenuta lo scorso 25 giugno.
«Tutto nella norma» aveva detto il presidente Matteo Mantovani che evidentemente non si aspettava un simile intoppo. Ieri, le voci dell’inciampo si sono diffuse rapidamente tra i tifosi e hanno fatto crescere la preoccupazione, già a livello di guardia dopo i recenti ritardi sulla scelta dell’allenatore, dietro i quali c’era il rimescolamento delle quote societarie. In attesa che la questione si risolva, dalla società arrivano anche segnali di vita dopo settimane d’immobilismo. Dalle grandi, l’ufficializzazione di Sebastiano Siviglia, alle più piccole, le 30 borse preparate dai magazzinieri biancorossi in vista del ritiro. Anche questa volta, quindi, potrebbe esser stato uno scherzo dell’inesperienza, compagna di viaggio un po’ ingombrante di questa società. —
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