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L’Inter con Chivu, i gol a raffica in C e il Modena capolista: a tutto Tonoli, molto più di un difensore

di Claudio Romiti

	Tonoli, l'eroe mascherato del Modena
Tonoli, l'eroe mascherato del Modena

L’eroe mascherato dei canarini si racconta: «Nella Primavera nerazzurra sono stato allenato dal mister, sa tanto di calcio. Da piccolo giocavo esterno alto e segnavo anche parecchio»

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MODENA. Già la sua origine calcistica è una garanzia, anche se quello che sta facendo in campo è la garanzia migliore. Daniel Tonoli, grande rivelazione di questo inizio di campionato, forse non dovrebbe essere considerato una rivelazione, ma, a ben vedere, solo una conferma di quanto si era intravisto nelle sue annate con la Pergolettese. La sua provenienza geografica è Villa d’Ogna, paese in quella provincia di Bergamo culla di tanti calciatori, quella calcistica è la Virtus Ciserano Bergamo, già Alzano Virescit e Alzano Cene e successivamente è passato anche per Under 18 e Primavera dell’Inter, prima della Pergolettese. Alla scoperta dunque del terzino goleador (già 2 centri in gialloblù) del Modena in questa intervista.

Tonoli, partiamo dagli allenatori avuti prima di Sottil.

«Nelle giovanili della Virtus Bergamo Armando Madonna, l’ex attaccante, poi nell’Inter Zanchetta e per alcune partite Chivu, e nella Pergolettese Villa, Curioni e Mussa».

Già allora si vedevano le qualità di Chivu?

«Io ne ho il ricordo di un allenatore che sa di calcio ad alti livelli e in grado di trasmettere ai giocatori le sue idee».

Un ragazzo che arriva alla Primavera dell’Inter spera sempre di restare e giocare in prima squadra. Invece non è stato così.

«Naturalmente ci sono rimasto male, ma ero consapevole che, avendo giocato poco, era logico che andasse così. Dopo però la Pergolettese è venuta a prendermi dalla Virtus Bergamo, mi ha acquistato e adesso eccomi qui a Modena».

Ha sempre giocato come terzino destro o da ragazzo sperava di fare l’attaccante?

«A livello di Giovanissimi giocavo anche esterno alto e facevo pure qualche gol».

Dopo ha giocato sempre in una difesa a tre o anche a quattro?

«Ho giocato anche a quattro, come difensore destro, ma alla Pergolettese ero in una difesa a tre, nel mio ruolo attuale».

L’ultima annata di C con la Pergolettese ha segnato nove gol, con anche tre assist. Qui, al primo anno di B, già due gol. Uno score da attaccante…

«Anche alla Pergolettese sfruttavo spesso gli schemi per inserirmi e arrivare al tiro sia di piede che di testa».

Ci ricordiamo tutti il gran tiro al volo contro la Sampdoria alla prima giornata.

«Ci avevo provato e mi era venuto molto bene, peccato che fosse un po’ alto».

Si aspettava un inizio così in Serie B?

«Venendo dalla Serie C, ero pronto anche a giocare poco inizialmente, ma mi godo questo inizio superiore alle previsioni, nel quale mi sono ritagliato questo spazio».

Lei viene descritto come un professionista molto serio.

«Il calcio è il mio lavoro, quindi sono pronto a fare i sacrifici necessari, a essere professionale sia in campo che fuori, controllando alimentazione, riposo e orari».

E un inizio così della squadra se l’aspettava?

«Già in ritiro mi ero reso conto della forza della squadra, sia per quelli che c’erano sia per gli arrivi di giocatori importanti. Insomma, vedevo una squadra con tante qualità, che adesso sta dimostrando. Fermo restando che il campionato è ancora molto lungo».

Qual è il segreto dei vostri finali di gara sempre in crescendo?

«Dopo il lavoro estivo, già nelle prime partite ci siamo resi conto di avere una grande gamba. Quindi non è un segreto, ma solo il risultato di allenamenti fatti con grande intensità».

Risultato anche dell’alto livello di competizione tra voi?

«Anche questo, perchè è una competizione sana, nessuno gufa e tutti aiutano, pure chi gioca meno».

Che allenatore è Andrea Sottil?

«Ci fa lavorare, appunto, con grande intensità e prepara ogni partita sempre con lo stesso metodo, salvo qualche accorgimento in relazione all’avversario di turno».

La sua famiglia viene alle partite?

«Quando possono, i miei genitori ci sono sempre. La mia fidanzata Alice, insegnante di sostegno che ho conosciuto a Crema, se può mi segue anche in trasferta».

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