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Julio Velasco ricorda Giuseppe Panini: «Che carisma, ha reso grande la pallavolo». Poi la sorpresa De Giorgi

di Francesco Cottafava

	Julio Velasco e Fefè De Giorgi
Julio Velasco e Fefè De Giorgi

I ct delle nazionali azzurre maschile e femminile insieme sul palco al PalaPanini, con un aneddoto legato alla stagione 1986-87 vissuta insieme a Modena

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MODENA. «La pallavolo italiana senza Giuseppe Panini non sarebbe stata la stessa cosa». Parole di Julio Velasco, uno dei migliori allenatori della storia del volley mondiale, lanciato proprio dal Commendatore che lo scelse nel 1985 per guidare la Panini che poi divenne leggenda, vincendo quattro Scudetto consecutivi, oltre a tre Coppe Italia e una Coppa delle coppe.

Il ricordo di Velasco

«Se Modena è la città della pallavolo riconosciuta in tutto il mondo, lo si deve molto a lui. Siamo infatti in un palazzetto che porta il suo nome. È stata la colonna portante di un intero movimento». Nel suo racconto in occasione della festa organizzata per i 100 anni dalla nascita del “Commendatore”, Velasco prosegue spiegando perché Giuseppe Panini è stata una figura determinante, sia nello sport che nel mondo imprenditoriale. «Penso che Giuseppe Panini sia stato sottovalutato nel mondo dello sport italiano, o quantomeno non sia ritenuto così celebre. Questo perché il volley di allora non era famoso come oggi. Senza dubbio è stato uno dei presidenti di società sportive più importanti della storia. Lui dava una linea molto chiara ma lasciava spazio alla squadra che aveva costruito. Tutti i dirigenti della Panini con cui ho lavorato erano autorevoli ed indipendenti, prendevano tante decisioni, chiaramente lui era quello che metteva la parola finale. È raro che figure carismatiche come Panini lascino crescere intorno a loro altre persone, invece la sua grandezza è stata anche quella di circondarsi delle persone giuste. I grandi leader sono come lui: una straordinaria visione strategica generale ed una parola ferma quando è necessaria». L'allenatore argentino non sa anche ancora spiegarsi il perché fu scelto da Giuseppe Panini per guidare la sua squadra: «Non lo so, non l'ho mai capito. Non avevo un curriculum di livello, ma è stato lui a scegliermi tra altri candidati. Mi ha cambiato la vita. Di me lo colpì il fatto che Pietro Peja mi chiese di entrare nello staff tecnico di Modena l'anno prima, io però rifiutai e gli dissi che avevo dato alla mia parola per rimanere a Jesi. Era colpito dal fatto che diedi la mia parola. Lui dava molto valore a questi aspetti perché non era scontato rifiutare Modena per una società meno prestigiosa». Tanti gli aneddoti di Velasco. «Ne voglio raccontare uno in particolare, quando tutti i grandi club razziavano le società minori portando via i ragazzini più bravi, lui ha dato un input molto chiaro. Non voleva toccare nessun giocatore della provincia di Modena a meno che non fosse il nuovo Cantagalli. Se non erano dei fenomeni, dovevamo lasciarli nelle altre società. Questo secondo me è il segreto del perché il palazzetto di Modena è sempre stato pieno di tifosi provenienti da tutta la provincia. Un'idea strategica fondamentale perché Modena continui ad essere popolare in tutta la provincia».

La sorpresa De Giorgi

A sorpresa è salito sul palco Fefè De Giorgi, commissario tecnico della nazionale maschile di pallavolo e allievo di Velasco, che lo ha allenato a Modena nella stagione 1986-87. «C'erano tre palleggiatori quell'anno, Julio non mi faceva mai giocare. Mi ricordo che durante una partita mi chiamò per il cambio, ma non uscì Vullo ma un ricevitore. Non capivo. Però ci diceva sempre “fate la faccia sicura”. Cosa che io feci e infatti l'altra squadra ha poi battuto sull'altro ricevitore perché pensava che io fossi uno specialista».