Modena, ancora sciopero alla Panini contro i tagli allo smart working
Nuovo presidio dei lavoratori davanti alla sede del colosso delle figurine in via Emilio Po e stop di 8 ore anche a Milano: l’azienda vuole dimezzare i giorni di lavoro agile da casa
MODENA. Nuovo sciopero alla Panini contro i tagli allo smart working. Ad una settimana di distanza dalla prima protesta, i lavoratori della sede del colosso delle figurine di Modena e Milano si sono di nuovo astenuti dal lavoro: 8 le ore di stop previste dallo sciopero proclamato dai sindacati Slc Cgil e Fistel Cisl, insieme alle Rsu di Modena e Milano e al Cdr Giornalisti Milano. Davanti alla sede aziendale modenese in via Emilio Po, come già avvenuto mercoledì scorso, si è tenuto un presidio dei lavoratori dalle 8.30 alle 12.30.
Le ragioni della protesta
«Dopo lo sciopero del 4 settembre scorso, che ha visto un’adesione del 90% con uffici vuoti e 150 dipendenti presenti al presidio – spiegano i sindacati in una nota – l’azienda non ha preso nessun contatto con i rappresentanti dei lavoratori, per cui nell’assemblea dei lavoratori di stamattina si è deciso di proseguire con la mobilitazione».
«Il motivo dello sciopero – viene ancora illustrato – è dovuto al fatto che la Panini Spa, colosso mondiale delle figurine, dopo due anni dall’accordo, ha dichiarato di voler ridurre drasticamente le giornate di smart working fruibili dai lavoratori, passando a 44 giorni annui ed eliminando gli ulteriori 44 giorni aggiuntivi. Di fatto un passaggio da una media di 2 giorni a quella di 1 giorno di smart working a settimana».
Le contestazioni all’azienda
«Questa decisione – sostengono Rsu Panini, Slc Cgil Modena-Milano, Fistel Cisl Emilia Centrale e Cdr Giornalisti Milano – non si basa su oggettive problematiche rilevate: non vi è stata una flessione della produttività e non si sono evidenziate criticità organizzative. Sono invece innegabili i benefici che il lavoro agile comporta: è uno strumento di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, riduce il traffico e l’inquinamento, è uno strumento apprezzato dai lavoratori ed è riconosciuto che lavoratori soddisfatti garantiscono una maggiore produttività, è un valore aggiunto che rende l’azienda più flessibile e resiliente, accresce l’attrattività per forza lavoro giovane e brillante».
Le richieste dei lavoratori
I lavoratori chiedono di «mantenere le 44 giornate annue garantite e le ulteriori 44 giornate annue addizionali, ripristinare le 44 giornate annue garantite ai quadri, rendere definitivo e non più sperimentale l’accordo sul lavoro agile, confermare la valutazione di casi particolari per esigenze straordinarie».