Maserati, viaggio nella nuova sede della Collezione Umberto Panini: «Qui custodiamo la storia del Tridente»
In occasione del Motor Valley Fest ha aperto le porte il museo in via dell’Aeroporto a Marzaglia: dalla 6C34 con la quale Tazio Nuvolari nel 1934 vinse il Gran Premio di Modena alla 250 F che conquistò il mondiale di Formula 1 con Fangio nel 1957 e alla 420 M Eldorado, ecco cosa si può ammirare
MODENA. La Collezione Maserati Umberto Panini è la più importante raccolta di vetture storiche del Tridente del mondo. Non è solo un museo, ma il risultato della passione di Umberto Panini, che nel 1996 decise di acquistare la storica collezione di Maserati che Fiat, dopo aver acquisito il marchio, non era interessata a mantenere. Panini, grazie anche alla mobilitazione di molti modenesi, salvò un patrimonio inestimabile di 14 automobili, garantendone la conservazione e la possibilità di visita per le generazioni future.
L’inaugurazione
Sabato 7 giugno, in occasione del Motor Valley Fest, la Collezione ha aperto i battenti della sua nuova sede, in via dell’Aeroporto, ad un passo da dove partono ed atterrano i velivoli e a due passi dalla pista prove di Marzaglia. Spazi di proprietà della famiglia di Umberto Panini, ristrutturati e ora operativi (l’inaugurazione ufficiale si terrà tra tre mesi). Già numerosi i visitatori sin dalla mattina dell’inaugurazione, tra cui una comitiva di Rovigo e un drappello di francesi in Porsche. Ad accogliere tutti Matteo e Giovanni Panini, due dei figli del fondatore. Cinque in tutto le persone impegnate in questa nuova avventura. Ad un certo punto è apparso anche Andrea Bertolini, per quattro volte vincitore del campionato mondiale Fia Gt al volante di una Maserati MC12. La sede della Collezione è dotata di ampio parcheggio ed è aperta dal lunedì alla domenica.
Le 22 auto in mostra
Giovanni Panini ai primi visitatori con dovizia di particolari ha spiegato come è nata la Collezione e alcune caratteristiche delle 22 auto per ora in mostra (di più non ce ne stanno, in tutto sono 28). Ma qui non ci sono solo vetture del Tridente, ma anche un poker di moto e diversi motori. Ogni veicolo esposto in quello che negli anni Settanta era un hangar destinato a scuola di volo per alianti racconta una parte della storia dell'ingegneria italiana, dell’innovazione e del design che hanno reso il marchio Maserati celebre in tutto il mondo. La 6C34 con la quale Tazio Nuvolari nel 1934 vinse il Gran Premio di Modena che si disputava sui viali cittadini; la 250 F che conquistò il mondiale di Formula Uno con Fangio nel 1957; la 420 M Eldorado dalla livrea inconfondibile e anche la prima vettura da corsa in Europa completamente sponsorizzata da un’azienda esterna al mondo dell’automobile, del 1958; e poi ancora una Tipo 61, una Tipo 63, la A6GCS Berlinetta Pininfarina del 1953 (due esistenti, quella a Marzaglia ha una storia da film). E il concept Alfieri del 2014, che Marchionne non volle far produrre, prototipi come la Chubasco del 1990, la Merak Turbo del 1981, la Simun, la MC20 bianca numero 1, quella della presentazione mondiale del 2020. Tutto questo si può vedere all’interno degli 800 metri quadrati della nuova sede della Collezione (l’ingresso è a pagamento). «Qui fuori, nel parco del dio Nettuno, c’è un ulivo, simbolo della vita – ci dice Matteo Panini – Come associazione organizzeremo iniziative con scuole ed asili e proporremo anche picnic con le auto. Siamo il punto di riferimento per la casa del Tridente, nel rispetto e nella continuità di una tradizione nata nel 1914 a Bologna e a Modena dal 1939. Di fatto noi siamo responsabili e testimoni della storia del brand Maserati nel mondo. Abbiamo ricavato uno spazio per l’officina proprio perché tutti i mezzi della Collezione, alcuni dei quali saranno visibili a rotazione, sono funzionanti».
La storia di Umberto Panini
Uomo e imprenditore intraprendente e avventuroso, appassionato di terra e di motori, Umberto Panini, legatissimo alla sua città, negli anni Ottanta si mise a collezionare tutto quello che aveva a che fare con la meccanica. D’altronde era lui che alla Panini aveva realizzato la Fifimatic per imbustare le figurine, una volta tornato dal Venezuela proprio su richiesta della famiglia. Sul muro a sud della sede della Collezione, che sorge a fianco del Colombarone, villa di proprietà dei Panini, c’è l’history wall della Maserati, la storia del marchio fondato da quattro fratelli e arrivato a Modena a fine anni Trenta con Adolfo Orsi. Si parla del periodo Citroen, di quello De Tomaso e dell’attuale Fiat-Stellantis. Davanti all’ingresso accolgono i visitatori un piccolo trattore Lamborghini, un nero SuperLandini di cento anni fa e una macchina a vapore del 1911, che Umberto Panini usava per fare funzionare una affettatrice Berkel e tagliare così i salumi. «Mio padre dopo la vendita della fabbrica delle figurine nel 1989 – spiega Giovanni Panini – si mise a produrre Parmigiano Reggiano nella sua azienda agricola Hombre, in via Corletto. E dal 1996 la sua piccola collezione si allargò con l’arrivo delle Maserati storiche». Il Tridente blu sul muro esterno di questo edificio immerso nel verde dei campi intanto brilla al sole di giugno.
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