Meteo, una serata di forti temporali al Nord (anche con grandine) poi un’altra ondata di caldo estremo
Luca Lombroso, meteorologo di Ampro e Osservatorio geofisico Unimore, illustra cosa accadrà nelle prossime ore: «Emilia Romagna, Lombardia, Veneto, zone alpine e prealpine le aree più a rischio di fenomeni violenti, secondo lo “schema” tipico di questo clima ormai tropicalizzato. L’estate? Molto calda»
MODENA. Dopo un'altra ondata di caldo, oggi sono previsti di nuovo forti temporali. Cosa ci dobbiamo aspettare? Ci sarà nuovamente la possibilità che si ripeta quanto accaduto pochi giorni fa in molte zone della provincia di Modena che hanno visto strade interrotte e auto schiacciate da alberi caduti e intere aree della città di Sassuolo in ginocchio a causa di allagamenti? Abbiamo chiesto a Luca Lombroso, meteorologo Ampro e Osservatorio geofisico del Dief Unimore, di provare a fare una previsione su ciò che potrebbe accadere nelle prossime ore e aiutarci a capire meglio questi fenomeni così estremi che ormai stanno diventando la quotidianità.
Lombroso, è probabile che la situazione di quattro giorni fa si ripeta anche nella giornata odierna?
«Sì, purtroppo la situazione si ripete. Dopo giornate roventi, oggi pomeriggio-sera è attesa una nuova fase temporalesca, soprattutto al Nord e localmente al Centro Italia. Parliamo di temporali improvvisi, localmente violenti, con rischio di grandine, raffiche di vento e nubifragi. È lo “schema” tipico di questo clima ormai tropicalizzato: l’energia accumulata dal caldo esplode in temporali estremi».
È possibile prevedere le zone più a rischio?
«Non possiamo dire con esattezza dove colpiranno ma possiamo individuare le zone a maggiore rischio: Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto, zone alpine e prealpine. Chi organizza eventi all’aperto farebbe bene a tenere conto delle previsioni professionali, non delle App automatiche. Altrettanto da tempo propongo alle amministrazioni locali di affidarsi a una sorta di “meteorologo comunale”, per dar supporto decisionale e scientifico. Sento, con rispetto parlando, grosse imprecisioni talvolta nelle affermazioni di amministratori pubblici o decisioni prese senza interpretare correttamente previsioni e allerta».
Le previsioni annunciano poi l’arrivo di grande caldo. Sarà così?
«Sì, sarà un’ondata di caldo intensa e potenzialmente lunga, non da record assoluto come punte estreme ma tra le più lunghe degli ultimi anni. L’anticiclone africano è tornato in forze e ci accompagnerà almeno fino a inizio luglio, ma probabilmente anche oltre».
A che temperature saliranno le colonnine dei termometri?
«All’inizio il caldo sarà ancora sopportabile, ma da metà settimana in poi si andrà oltre: 35-36°C diffusi, fino a 37-38°C tra venerdì e il weekend. Caldo anche in montagna: inutile parlare di zero termico, il riferimento invernale di zero gradi sarà in prossimità della vetta del Monte Bianco. Ma probabilmente troveremo invece 30 gradi fino a circa 1000 metri: non è normale!».
La settimana scorsa a Sassuolo, in pochi minuti è scesa una quantità d’acqua pari a un decimo delle precipitazioni di un anno. Di che fenomeno si tratta? Sono queste le conseguenze dei cambiamenti climatici?
«Esatto, sono eventi estremi che ormai vediamo troppo spesso: parliamo di nubifragi a carattere temporalesco. In pochi minuti cadono decine di millimetri d’acqua, con effetti devastanti su territori urbanizzati e poco permeabili. Invito però a non usare il termine improprio di bomba d’acqua, tanto più di questi tempi dove le bombe sono purtroppo veramente usate. Il collegamento con i cambiamenti climatici è chiaro: più energia nell’atmosfera, più vapore acqueo, quindi più carburante per questi eventi».
Cosa possiamo fare per prevenire questi fenomeni e adattarci affinché creino meno danni possibili?
«Cosa fare? Intanto partire dal presupposto che non possiamo più considerarli eventi eccezionali: sono la nuova normalità. Innanzitutto mettere in campo piani di prevenzione come piani di allerta efficaci, drenaggio urbano, rinverdimento delle città. Poi adattamento: piani climatici locali, gestione del suolo e stop al consumo indiscriminato di territorio. Il riarmo in cui dobbiamo investire sono le energie rinnovabili, il nostro vero nemico sono i gas serra. Meno cannoni, più pannelli solari!».
Possiamo azzardare una previsione generale per l’estate 2025?
«Possiamo dire che sarà una lunga estate calda, e purtroppo lo stiamo già vedendo. I segnali ricordano il 2022 e, per certi aspetti, anche la famigerata estate 2003. Difficile fare previsioni stagionali precise, ma i modelli indicano un trend caldo e secco, con temporali improvvisi e localmente violenti. L’inizio lo stiamo vivendo ora, la fine non si intravede ancora. E luglio, statisticamente, è il mese più caldo. Quindi prepariamoci: abitudini intelligenti, attenzione ai soggetti fragili, ma anche consapevolezza. Non possiamo limitarci a combattere i sintomi. Serve affrontare le cause alla radice: uscita dai combustibili fossili, tutela delle foreste, riduzione delle emissioni. E invece? Si investe ancora in armi e petrolio. È tempo di cambiare rotta, prima che sia troppo tardi».
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