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La sentenza

Due agenti della polizia locale di Sassuolo condannati per tortura

di Daniele Montanari

	I fatti sono avvenuti al pronto soccorso di Sassuolo nella notte tra il 15 e il 16 ottobre 2021
I fatti sono avvenuti al pronto soccorso di Sassuolo nella notte tra il 15 e il 16 ottobre 2021

Quattro anni per i due assistenti, assolti i due agenti semplici. Alla vittima riconosciuti diecimila euro di danni

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SASSUOLO. Due agenti della polizia Locale di Sassuolo hanno torturato un uomo al Pronto soccorso. È quanto ha stabilito in primo grado il tribunale di Modena con la sentenza emessa lunedì 23 giugno sul caso che ha fatto tanto discutere in questi anni.

La vicenda

L’episodio risale alla notte tra il 15 e il 16 ottobre 2021. Un 41enne marocchino venne portato al Ps di Sassuolo dopo essere stato trovato per strada in grave crisi ipoglicemica. Qui, secondo la Procura, gli agenti sarebbero arrivati «senza che alcuno avesse richiesto il loro intervento». Poi avrebbero immobilizzato il paziente sulla barella, «incastrandogli le braccia tra le sponde, percuotendolo sul petto e al capo, uno di loro salendo con i piedi sul suo bacino, chiedendogli con insistenza se avesse assunto sostanze stupefacenti».

A seguito della denuncia del direttore dell’ospedale di Sassuolo (indagini dei carabinieri), sul banco degli imputati sono finiti due agenti semplici (un 36enne residente a Modena e un 27enne di Reggio) assistiti dall’avvocato modenese Barbara Tassi e dai colleghi di Bologna Vittorio Manes e Valerio Guazzarini, e due assistenti accusati anche di falsità ideologica. Loro difesi dagli avvocati Giovanni Tarquini di Reggio (il 39enne di Scandiano) e Roberto Mariani e Fabrizio Canuri di Modena (il 53enne di Formigine).  Il 41enne marocchino residente a Viano si è costituito parte civile, tramite Caterina Arcuri.

La sentenza

Il collegio dei giudici (Roberto Mazza presidente, Natalina Pischedda e Giuseppe Centamore) ha emesso la sentenza che ha condannato a 4 anni di carcere (il pm Lucia De Santis ne aveva chiesti 6) i due assistenti (il 39enne di Scandiano e il 53enne di Formigine) per tortura e falso. In più ha disposto una provvisionale di 10mila euro da corrispondere alla parte civile, quale anticipo di risarcimento del danno morale da liquidare in sede civile. Assolti invece i due agenti semplici (il 36enne di Modena e il 27enne di Reggio) con formula piena: per non aver commesso il fatto. Il pm per loro aveva chiesto 3 anni e mezzo.

Le reazioni

«È una sentenza e come tale va rispettata anche se stabilisce una dura condanna verso il mio assistito – sottolinea l’avvocato Tarquini – leggeremo con attenzione le motivazioni, ma posso già anticipare che sicuramente la impugneremo, facendo leva sugli aspetti ignorati in questa vicenda. Io resto convinto che questo reato, così come contestato, non stia in piedi. Peraltro, i due assolti non si sono mai dissociati dal comportamento degli altri».

Soddisfattissimi invece i legali dei due agenti semplici: «Giustizia è stata fatta – rimarca Barbara Tassi, difensore di entrambi – è la fine di un incubo per due giovani che hanno sempre creduto nella giustizia, anche quando il pm ha chiesto per loro una condanna a 3 anni e mezzo. Ricordo anche che, dopo la sospensione, su nostra richiesta furono subito reintegrati in servizio dal Riesame».

«Il tribunale ha riconosciuto quanto le difese hanno sempre sostenuto – rimarca Vittorio Manes, professore di Diritto penale a Bologna, codifensore del 36enne – e cioè la loro totale estraneità ai fatti contestati. Nell’attività di contenzione, si sono limitati a prestare aiuto in termini di assoluta correttezza».

«In dibattimento è stato dimostrato che i due agenti semplici non hanno fatto nulla di illecito – ribadisce Valerio Guazzarini, codifensore del 27enne, il più giovane del gruppo – siamo quindi soddisfatti dell’esito».

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