Andrea Cavallari, si attende l’estradizione: «Latitanza? Qualcuno l’ha aiutato...»
Il comandante provinciale di Ancona: «Anche i soldi ci hanno portato a lui». Il ministro Nordio: «Operazione che rappresenta un successo della cooperazione internazionale»
BOMPORTO. «Una latitanza non la si può fare da soli. La latitanza è costosa, implica una serie di appoggi, e ovviamente su questa rete di eventuali appoggi, gli accertamenti spettano alla procura di Bologna». Così Ezio Giacalone, comandante del Nucleo investigativo centrale di polizia penitenziaria, mette nero su bianco quella che è al momento l’ipotesi degli inquirenti sulla fuga di Andrea Cavallari. Ossia che qualcuno lo abbia aiutato, motivo per cui ora sul tavolo della procura è aperto anche un fascicolo per favoreggiamento.
Il ritrovamento a Lloret de Mar
Il 26enne di Bomporto, che faceva parte della “banda dello spray” e stava scontando al carcere Dozza una condanna a undici anni e dieci mesi per la strage di Corinaldo – in cui morirono cinque minorenni e una donna – non è rientrato in cella dopo un permesso ed è stato catturato nelle scorse ore dopo quattordici giorni di latitanza: era a Lloret de Mar, città della Spagna a circa un’ora d’auto da Barcellona. Cappellino in testa, tenuta da mare, stava cercando di mimetizzarsi tra i turisti. Andava in giro con un documento falso intestato ad “Antonio Saitta”, ed è stato tradito dai pagamenti effettuati con una carta di credito intestata a una persona ignara di tutto. Pagamenti in negozi e ristoranti, ma anche in hotel: cercava comunque di non fermarsi troppo nello stesso posto.
Tutti i dettagli sulla fuga
E in Spagna come c’è arrivato? Una fuga che sembra avere contorni ben organizzati: dopo la laurea a Bologna, è arrivato a Milano con un’auto con conducente a noleggio, per poi spostarsi con un mezzo analogo fino al confine della Francia. Spostamenti che devono essergli costati, e non poco. A quel punto ha utilizzato anche BlaBlaCar, la piattaforma di carpooling, il che fa immaginare come avesse a disposizione anche un dispositivo elettronico. Ma il suo viaggio è terminato con l’arresto, reso possibile grazie a un importante lavoro di squadra tra forze dell’ordine, e ora si attende il nulla osta all’estradizione. «Una delle caratteristiche di questo periodo di latitanza – ha sottolineato il colonnello Roberto Di Costanzo, comandante provinciale dei carabinieri di Ancona – è stata la disponibilità economica. Forse è stato anche questo ciò che l’ha tradito. La latitanza fatta in Spagna spendendo soldi in vari luoghi, frequentando alberghi: sicuramente è stata anche questa una carta vincente per arrivare alla sua individuazione». Il comandante ha ribadito come sia stata fondamentale la collaborazione tra tutte le forze di polizia.
L’intervento del ministro Nordio
Un aspetto, questo, su cui è intervenuto anche il ministro della Giustizia Carlo Nordio, che ha espresso «vivo compiacimento al Nucleo investigativo centrale della polizia penitenziaria per la cattura di Andrea Cavallari». La sua cattura, avvenuta in Spagna grazie alla collaborazione con le autorità locali e al coordinamento di Eurojust, «è un successo nella cooperazione internazionale contro la criminalità», si legge in una nota del ministro. Tutto, lo ricordiamo è cominciato il 3 luglio quando Cavallari – che ha già scontato circa metà della pena per i fatti di Corinaldo – ha ottenuto un permesso per laurearsi (senza scorta) all’Università di Bologna. Dopo avere discusso la tesi in Scienze giuridiche ha festeggiato con i parenti, poi ha fatto perdere le sue tracce. Fino, appunto, alla cattura in Spagna. L’iter prevede che l’Audencia Nacional, dopo la convalida della custodia in carcere da parte di un giudice, gestisca la richiesta di estradizione. Dopodiché verrà avviata la procedura di estradizione.
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