Gazzetta di Modena

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La tragedia

L’ultima preghiera per Abdul, il 13enne morto annegato nel Secchia

di Filippo Ruffolo

	Il funerale di Abdul, morto annegato nel Secchia
Il funerale di Abdul, morto annegato nel Secchia

Alla moschea di via Cavour a Sassuolo il commosso saluto al giovane e l’abbraccio al padre. I parenti: «Studiava molto e si applicava». L’imam: «Era amato da tutta la comunità»

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SASSUOLO. «L’ultimo dialogo che abbiamo avuto riguardava un’incomprensione sul Corano, che gli ho corretto. Era un ragazzo che frequentava spesso questa moschea, con una grande fede e molto educato». È così che l’imam Yusef Ahmed ricorda l’ultimo incontro con Abdul Madjoude Songne, avuto due settimane prima della tragica scomparsa del tredicenne.

La tragedia

Il tredicenne, di origini burkinabé, è morto l’11 ottobre, quando, alle 15.30, si era recato in bicicletta con tre coetanei al fiume Secchia, tra San Michele e Castellarano. Nonostante il divieto di balneazione, i quattro giovani si sono tuffati in acqua. Abdul, però, non è più riuscito a riemergere a causa probabilmente delle forti correnti del fiume. Il corpo è stato recuperato dopo circa due ore, alle 17.30 dai sommozzatori di vigili del fuoco, intervenuti sul posto insieme agli operatori del 118 e ai carabinieri. Dopo la tragedia, prima che arrivasse il nullaosta alla liberazione della salma, su richiesta dell’Ausl sono stati effettuati accertamenti sul corpo di Abdul per provare a fare chiarezza sulle cause del decesso. E martedì 21 ottobre, alle 13, si sono svolti i funerali del giovane, all'interno della moschea di via Cavour, a Sassuolo.

L’addio

Una preghiera che si è stretta anche attorno al padre del giovane e spiritualmente anche alla mamma, che si trova in Burkina Faso, con la comunità islamica che si è detta profondamente scossa per l’accaduto. A testimoniare lo stato d’animo generale, le lacrime dell’imam, mentre ricorda il suo rapporto con Abdul: «Era molto amato dalla moschea, faceva solo buone azioni. Teneva molto alla sua preghiera e avevamo un bellissimo rapporto, sia con lui che con i suoi fratelli». Durante la cerimonia, un minuto di silenzio, seguito da inchini rivolti verso ovest. La bara, costituita da legno chiaro, è stata collocata davanti ai presenti, i quali, in piedi, hanno iniziato a pregare all'unisono sussurrando, prima incrociando le braccia, poi ponendo le mani verso l’alto, per concedere un ultimo saluto spirituale ad Abdul. A seguito della cerimonia, tutti i presenti hanno abbracciato Abdoulaye, il padre del ragazzo. Lungo e sentito, l’abbraccio dell’imam, che ha concluso ribadendo la volontà della moschea di rimanere vicino alla famiglia: «Dal primo bisogno fino all’ultimo la moschea sarà vicina alla famiglia. Non faremo mancare il nostro sostegno alla famiglia, a partire dal funerale fino alla sepoltura».

La sepoltura

Il corpo del giovane verrà trasportato e sepolto in Burkina Faso e, anche in questo, la comunità islamica di Sassuolo non ha fatto mancare il suo contributo. Entrambe le moschee della città, infatti, hanno effettuato una raccolta fondi tra i fedeli per contribuire alle spese della famiglia da dedicare al trasporto del corpo, per dimostrare supporto. «Siamo rimasti molto scossi dall’accaduto, soprattutto per la famiglia – ha detto Qasim Zahi, uno dei direttori della comunità islamica di via Cavour – Anche se loro frequentavano principalmente un’altra comunità, abbiamo cercato di stare vicino a loro. Sia la nostra moschea che quella in via Regina Pacis ha cercato tramite il supporto economico un segno di vicinanza».

Anche alcuni parenti ci hanno tenuto a ricordare Abdul, che per molti sembrava rappresentare un esempio di disciplina: «Era un ragazzo che qui non mancava mai, studiava e si applicava molto».