Rapina armata in gioielleria a Portile: «Era travestito da anziana, colpo da 100mila euro»
Nell’oreficeria “Il Ciambellino”, il racconto di Alice Cavani, la commessa del negozio: «Colpo da 100mila euro. Tre componenti della banda tutti a volto coperto, uno aveva una maschera». Indaga la polizia di Stato
MODENA. Il primo componente della banda ha fatto irruzione nel negozio travestito da donna anziana. «Pensavo fosse uno scherzo, mi sembrava così buffo. Non capivo perché portasse quella maschera. Poi ha tirato fuori la pistola». È in quel momento che gli occhi di Alice Cavani, commessa del laboratorio orafo “Ciambellino”, si riempiono di terrore. «Non scorderò mai quell’immagine. Ci ha puntato la pistola contro - spiega - e ha ordinato di consegnargli tutto quello che avevamo. Abbiamo eseguito i suoi ordini. “Questa è una rapina, mettevi giù”, urlava. Voleva la cassaforte».
La ricostruzione dei fatti
Sono stati attimi di paura quelli vissuti a Portile venerdì poco dopo le 19.15 nell’oreficeria in strada San Martino di Mugnano. «In negozio eravamo in quattro: io, il titolare e due clienti. Dopo averne servito uno, l’ho accompagnato alla porta per farlo uscire, e a quel punto è entrato un uomo mascherato, vestita da anziana signora. Mentre estraeva la pistola è entrato un altro complice col volto coperto da un passamontagna. Uno teneva aperta la porta e l’altro dettava gli ordini con l’arma in mano: ci hanno intimato di stare fermi. “Altrimenti sparo”, gridava. A me hanno fatto sedere a terra, anche l’altra cliente era sdraiata sul pavimento. Eravamo impietrite. Poi è entrato il terzo complice, anche lui armato, e con un sacco aperto si è diretto nel retro della bottega, dove è presente la cassaforte. Così gli abbiamo dato tutto. Oro, argento, pietre preziose. La cliente che era appena uscita fuori ha chiamato immediatamente la polizia, ma loro si sono dileguati in pochi istanti. I minuti della rapina mi sono sembrati un’eternità».
Il titolare
Francesco Viola, il titolare, racconta di essere «molto avvilito e scoraggiato. In tutto hanno portato via circa 100mila euro. Ci si sente inermi di fronte a queste situazioni, non c’è possibilità di difendersi. Queste persone non hanno remore, mi ritengo fortunato che non abbiano spaccato le vetrine e fatto ulteriori danni al negozio. E fortuna vuole che la cassaforte fosse già aperta perché avevo appena servito una cliente: in situazioni simili la mente va in blackout e sarebbe stato pericoloso non ricordarsi la combinazione. Non è la prima volta che capita qualcosa di questo tipo».
Il precedente choc
Nel 2011, nel negozio in strada san Martino di Mugnano era andato in scena un altro episodio choc: una banda ha tentato di rapinare l’orefice, ma l’intervento della polizia ha scatenato una sparatoria. Il conflitto a fuoco aveva portato alla morte di uno dei rapinatori. A perdere la vita, a poca distanza dalla chiesa, fu Giuseppe Mayer, 61 anni, con numerosi precedenti per reati contro il patrimonio e pluripregiudicato. Viola venerdì ha rivissuto quei momenti: «Ogni volta è un trauma davvero pesante. Siamo davvero scossi, ma fortunatamente nessuno si è fatto del male. Questo è l’importante», aggiunge il titolare. Sul caso indaga la polizia, intervenuta poco dopo sul posto. L’intera scena è stata ripresa dalle telecamere dell’attività commerciale, i video sono attualmente al vaglio delle forze dell’ordine.
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