Gazzetta di Modena

Modena

Le reazioni

Morte di Daniela Coman, i vicini di Peter Pancaldi: «Avevamo tutti paura di lui»

di Ambra Prati
Morte di Daniela Coman, i vicini di Peter Pancaldi: «Avevamo tutti paura di lui»

Il 44enne in carcere a Reggio con l’accusa di aver ucciso la compagna, che voleva troncare la relazione dopo aver subito botte e minacce, viene descritto come «una persona problematica»

4 MINUTI DI LETTURA





CORREGGIO. «Avevamo tutti un po’ paura di quell’uomo». Un vicino di casa 75enne di Peter Pancaldi, il 44enne in carcere a Reggio Emilia con l’accusa di aver ucciso la compagna 48enne Daniela Coman, è il più perentorio nell’esprimere un parere su quell’uomo, che vive in via Dinazzano, a Prato di Correggio, da poco prima di Natale. Anche le dichiarazioni degli abitanti, che preferiscono non dire il proprio nome, forse proprio perché impauriti, sono concordi: «È una persona problematica, con la quale non abbiamo proprio allacciato alcun rapporto».

Il profilo di Pancaldi

Su un profilo social il 44enne indica di lavorare per una coop sociale di Reggio Emilia che si occupa di servizi assistenziali integrati: alla coop, però, affermano di non averlo mai visto, quel nominativo non dice nulla. Poco si sa del passato di quell’uomo, arrivato a Prato dal dicembre scorso e che aveva allacciato una relazione con Daniela, trovata morta in quella casa mercoledì sera, 14 maggio. «Lei non abitava qui: c’era sempre nel weekend, la si vedeva uscire con dei borsoni, ma durante la settimana andava e veniva, non convivevano». Secondo un pensionato che vive nella palazzina quell’uomo «causa soltanto problemi. Vede la maniglia dell’ingresso? Qualche sera fa, non riuscendo ad aprire la porta, l’ha staccata». Un’altra volta «è stato trovato sdraiato lungo le scale, completamente ubriaco. Quando mi sono offerto di chiamare un’ambulanza, lui ha detto di no, non ha voluto andare in ospedale». Un vicino più giovane descrive il 44enne con più precisione: «Premetto che non lo conosco e che lo vedo di rado. Sicuramente però è una persona particolare: fa dei discorsi incoerenti e sconnessi, un giorno ti ferma perché indignato per una cosa e il giorno dopo per l’opposto. Non sembra molto lucido, come che possa essere sotto l’effetto di farmaci o che possa abusare di altro».

L’arrivo dei carabinieri

«Quando sono rientrata dal lavoro, mercoledì alle 22, c’era una sola pattuglia dei carabinieri: poi non si è capito più niente. Non ho mai visto un tale dispiegamento di forze dell’ordine che, quando sono andata a letto intorno alle tre, agitata per quanto accaduto, erano ancora qui», aggiunge una donna che risiede sullo stesso pianerottolo del primo piano. «Lui? Ha suonato al mio campanello due volte, per un pacco di Amazon e per chiedere un accendino – prosegue la vicina –. Dà l’impressione di essere soggetto ad attacchi d’ira: qualche volta si sono sentiti forti rumori, come se spaccasse tutto sempre all’interno di casa sua. Ma la maggior parte del tempo lo trascorre fuori, diciamo che è quasi un fantasma». Nonostante il 44enne abbia dato l’impressione di avere qualche problema, nessuno dei vicini lo riteneva capace di fare del male al prossimo.

Le indagini per omicidio

Chi abita nel palazzo esprime cordoglio per Daniela Coman, che aveva mantenuto la residenza ufficiale a Sassuolo ma a Prato si vedeva ormai di frequente, soprattutto nell’ultimo periodo. «Mi dispiace per lei, pareva una persona perbene», dice il pensionato. «Una brava donna, credo che tutti ci siamo chiesti come facesse a stare insieme a lui», aggiunge però la vicina. Ai piedi della porta sigillata dai carabinieri, che hanno posto l’appartamento sotto sequestro, una mano pietosa ha deposto un mazzo di fiori. «I carabinieri ci hanno detto che è successo un fatto grave e che, pian piano, saremo tutti convocati», racconta la parrucchiera che ha il negozio a fianco dell’ingresso dello stabile. Pur non essendo presente mercoledì sera, anche la negoziante sarà sentita come persona informata dei fatti, così come tutti i residenti della palazzina. «I militari ci hanno chiesto di visionare le telecamere, ma le nostre sono puntate sul cortile davanti al locale e non sulla strada», ha detto la titolare 60enne del “64 bistrot bar & cucina”, il bar che fa anche da tabaccheria e rivendita di giornali su via Dinazzano. «Quell’uomo? Viene ogni tanto a prendere un caffè, ma abita qui da pochi mesi e non lo conosce nessuno». A essere interpellato sarà anche il proprietario dell’appartamento, un correggese che abita in zona.

© RIPRODUZIONE RISERVATA