Strage di pedoni sulle strade, Modena maglia nera in regione: «Subito il limite dei 30 all’ora»
Il comitato Modena 30: «Bologna ha ottenuto ottimi risultati riducendo la velocità». Gli incidenti mortali hanno un costo sociale di 84 milioni
MODENA. Ottantaquattro milioni di euro. Quasi ottantacinque. È il costo sociale degli incidenti mortali avvenuti in provincia di Modena in un anno. Un numero freddo, sì, perché quando si parla di vite spezzate non c’è cifra che tenga. Ma che fa riflettere sul problema sicurezza stradale. Anche perché, a livello pro capite, il valore è di 462 euro, contro i 393 di Bologna. La nostra provincia è inoltre maglia nera in Emilia Romagna per numero di pedoni morti investiti nel 2024: ben 10. C’è chi dice basta, alzando i toni.
Modena maglia nera in regione per numero di pedoni morti investiti
«Nelle ultime settimane si è verificata una terribile sequenza (il 22 luglio è morta la 78enne Maria Sivo, investita a Castelnuovo, il 31 luglio si è spento in ospedale il 78enne Lanfranco Bergamini, travolto sei giorni prima in strada Morane a Modena, ndr) che conferma ciò che denunciamo da anni: non sono fatalità, ma tragedie annunciate, frutto di un modello di città che continua a privilegiare la velocità delle auto a scapito della vita delle persone - tuona il comitato Modena 30 - mentre altre città come Bologna invertono la rotta con la “Città 30” e vedono calare gli incidenti, Modena peggiora, collezionando una tragica maglia nera per numeri di morti (in particolare persone a piedi) generando un costo sociale di 84.940.228 euro, pari a 462 euro pro capite, contro i 393 di Bologna. Non è più tempo di timide promesse, ma di un’azione decisa: rendere Modena una Città 30 per salvare vite e creare spazi più vivibili per tutte le persone. Le cause degli scontri stradali sono quasi sempre le stesse, come confermano i dati Istat: eccesso di velocità e distrazione alla guida, aggravate da un’infrastruttura stradale che non protegge a sufficienza gli utenti più vulnerabili».
Costo sociale, limite di 30 chilometri orari e aree scolastiche sicure
Il costo sociale degli incidenti stradali rappresenta uno degli indicatori più rilevanti per la valutazione dei livelli di performance della sicurezza stradale e viene calcolato tenendo in considerazione i molteplici fattori che concorrono a determinare i costi sociali, in particolare: la perdita della capacità produttiva, i costi umani, il danno morale, il danno biologico, i costi sanitari, i danni materiali e i costi amministrativi. La proposta del comitato è quella di «istituire il limite di 30 all’ora sulla quasi totalità della rete stradale urbana, seguendo l’esempio virtuoso di Bologna, che ha già registrato ottimi risultati in termini di riduzione di scontri, morti e feriti. Come primo passo, non più rimandabile, proponiamo una sperimentazione immediata per la creazione di “Aree scolastiche sicure”. Questa misura prevede l'introduzione e l’effettivo controllo del limite di velocità a 30 km/h e attraversamenti rialzati in un’area estesa per almeno 500 metri attorno a tutti gli istituti scolastici».
Interventi sulle strade, più controlli su velocità e cellulari alla guida
Ma la ricetta del comitato per strade più sicure prevede anche «di destinare ogni risorsa disponibile a un programma di messa in sicurezza di tutti gli attraversamenti pedonali, partendo da quelli vicini a scuole, parchi, ospedali e centri per anziani. Gli interventi devono includere: attraversamenti rialzati, chicane, marciapiedi avanzati (“orecchie”), isole salvagente e spartitraffico, segnaletica orizzontale e verticale ad alta visibilità e durabilità. La polizia locale deve essere impiegata in modo mirato e continuativo, 365 giorni all’anno, con pattuglie dedicate a: verificare il rispetto della precedenza ai pedoni sulle strisce, sanzionando chi non rallenta o addirittura non si ferma e chi parcheggia in prossimità, ostacolando la visibilità; verificare il rispetto dei limiti di velocità, in tutte le strade incluse, le zone 30 e davanti alle scuole. Reprimere l’uso del cellulare alla guida, una delle principali cause di distrazione. Controlli frequenti su auto in sosta irregolare che occupano marciapiedi, ciclopedonali o ciclabili, creando ostacoli per gli utenti più deboli. Le campagne di sensibilizzazione spot non bastano più. Chiunque guidi sa quanto queste norme di civiltà siano sistematicamente violate, a fronte di una repressione del tutto inadeguata alla dimensione del fenomeno. L’obiettivo a lungo termine deve essere quello di avere strade urbane che costringono a moderare la velocità, non che lo permettono soltanto».
L’obiettivo della “Vision Zero”, cioè nessun morto sulle strade
Infine, il comitato propone al Comune di adottare un obiettivo chiaro: zero vittime sulla strada. «Chiediamo che il Comune di Modena adotti formalmente la “Vision Zero” come principio guida delle sue politiche sulla mobilità. L’unico obiettivo accettabile è zero vittime sulla strada. Il Comune deve investire in una grande campagna culturale per promuovere un nuovo patto di convivenza stradale. E le associazioni di Modena 30 sono pronte a collaborare. Perché la sicurezza di persone che si spostano a piedi, in bicicletta o coi mezzi pubblici non è una questione di parte, ma il principale indicatore della civiltà di una comunità».
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