Ex CoopLegno fallita, un’ex socia disperata: «Senza cassa integrazione da 5 mesi, non ho più un euro»
La Cores di Castelvetro è in liquidazione: «Ci mancano cinque mensilità, circa 6mila euro in tutto, ma siamo stati dimenticati dalle istituzioni. Mio figlio va a scuola senza libri»
CASTELVETRO. «Non riceviamo la cassa integrazione da sei mesi. Non ho più un soldo: mio figlio va a scuola senza libri». È un’ex socia Cores a denunciare una situazione già raccontata sei mesi fa dalla Gazzetta ma che, stando al racconto dell’intervistata, non sembra essere migliorata.
Dal salvataggio al fallimento
Un passo indietro. La “Cores Italia Soc. Coop” è l’erede della storica CoopLegno di Sant’Eusebio di Castelvetro. Nel 2017 i 105 lavoratori, per salvare i posti di lavoro dal fallimento, hanno deciso di acquistare loro stessi l’azienda, dando vita alla cooperativa Cores Italia. A febbraio scorso, tuttavia, l’assemblea dei soci ha annunciato lo scioglimento della cooperativa, perché non riuscivano più a far fronte ai debiti. «L’azienda ha fatto istanza di fallimento – racconta l’ex socia – presentando domanda per la cassa integrazione straordinaria: la prima tranche è arrivata a maggio, con tre mensilità di arretrati. Poi però non si è più visto un euro, e noi non sappiamo più come andare avanti».
Il grido disperato dell’ex socia
«Ci mancano cinque mensilità, circa 6mila euro in tutto – prosegue l’ex socia –e abbiamo diritto alla cassa fino a fine anno. L’erogazione va a rilento perché la voltura, che segna il passaggio della gestione dei beni dalla cooperativa al curatore fallimentare, doveva essere fatta a maggio, ma è stata ufficializzata solo il 9 settembre. Così, noi ci ritroviamo senza soldi e da mesi cerchiamo di fare pressione sugli enti coinvolti, ma è tutto immobile. Ad aprile Regione Emilia Romagna, Fillea Cgil, Rsu Cores, Cgil e Legacoop Estense ci avevano assicurato che sarebbero stati attivati corsi di formazione e percorsi di collocamento sul mercato del lavoro, ma ad oggi non è stato fatto nulla di tutto ciò. Ci sentiamo abbandonati». Se ad aprile la speranza degli ex soci era quella di trovare un finanziatore che acquistasse le quote e rilevasse l’azienda, oggi anche questa opzione sembra svanita. L’unico desiderio è quello di «avere quantomeno i soldi della cassa integrazione che ci spettano – aggiunge l’ex dipendente – io cerco lavoro senza interruzione, ma al momento non ho trovato nessuna soluzione, se non un bar in cui ho lavorato due settimane, e poi non mi ha rinnovato».
L’appello alle istituzioni
L’intervistata parla a nome di tanti ex soci che, come lei, si trovano in ristrettezze economiche. «Non sappiamo come fare ad arrivare a fine mese. Non abbiamo più soldi. Io ho due figli, un affitto da pagare, oltre alle bollette. Fortunatamente ho un compagno che mi supporta, ma è svilente chiedergli i soldi per fare la spesa. Mio figlio è un adolescente, sta crescendo e ha bisogno di vestiti nuovi, ma non ho la possibilità di comprarglieli. A scuola ci va senza libri, ho già parlato con la coordinatrice di classe, purtroppo non ho i soldi per comprarglieli. Tanti ex colleghi sono caduti in depressione, hanno famiglie e non sanno come pagare le spese di casa. C’è chi sta anche peggio di me». Da qui, l’appello alle istituzioni: «Ci rivolgiamo alle istituzioni coinvolte, al sindacato, alla Regione, all’Inps, a Legacoop Estense e al Comune di Castelvetro. Chiediamo che qualcuno ci aiuti per cambiare questa situazione», conclude l’intervistata.
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