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La tragedia di Alice Neri per la prima volta in un libro-inchiesta

di Cristiana Minelli
La tragedia di Alice Neri per la prima volta in un libro-inchiesta

Dopo i delitti di via Poma e Chiavari, Patruno racconta quello della 32enne: «Si è analizzato tutto a processo, ma di lei in verità sappiamo ancora poco»

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MODENA. «Semplicemente Alice» di Igor Patruno (pp. 280, € 15,00, Armando editore) racconta la storia di Alice Neri.

Il libro-inchiesta

È il primo libro-inchiesta sul caso che ha macchiato di sangue il nostro territorio, tre anni fa, diventato da subito di interesse nazionale, sulla vittima, sull’indagine della Procura e sul processo al presunto colpevole.

La storia

La storia: Alice aveva 32 anni, viveva con il marito Nicholas e la loro bimba di quattro anni a Ravarino. «Un agglomerato di case basse e campanili svettanti sulla Bassa. Strade silenziose, campagne e campi fino alle rive del Panaro. D’estate l’odore del grano, d’inverno quello della pioggia», si legge nel libro. Lavorava presso un’azienda metalmeccanica di Cavezzo «con l’incarico di verniciatrice. Non ci sono altre donne nel suo reparto» continua il racconto.

La notte dell’omicidio

La sera del 17 novembre 2022 era andata allo Smart Cafè di Concordia, dove aveva appuntamento con un collega. Rimasta lì fino a (circa) le 3 del mattino, ha salutato il collega e poi è salita sulla sua automobile. Lo riportano fedelmente anche le riprese delle telecamere «gli ultimi fotogrammi di lei riconoscibile e viva. E in quell’ingresso, in quell’attimo catturato senza emozioni da una videocamera digitale, si concentra l’intera fragilità del destino: una donna che entra in un bar, convinta di avere davanti una serata piacevole».

Mohamed Gaaloul

Poi Mohamed Gaaloul, tunisino di circa 30 anni, viene visto avvicinarsi ad Alice e salire nella sua Ford Fiesta. Da quel momento della donna si perdono le tracce e il marito, non vedendola rincasare, ne denuncia la scomparsa. La sera del 18 novembre un passante nota del fumo nella zona di Fossa di Concordia, in via Griffona. I carabinieri, giunti sul posto, trovano una Ford Fiesta data alle fiamme. Ed è la vettura di Alice Neri: il corpo della donna, ormai carbonizzato, viene rinvenuto chiuso nel bagagliaio.

Le operazioni di polizia

«Alle 23.30 del 18 novembre, i carabinieri del Nucleo Operativo di Modena raggiungono l’Oasi Valdisole. Qualcuno ha segnalato un’auto incendiata. Quando arrivano si trovano davanti alla carcassa di un veicolo carbonizzato. È trascorso tempo dall’innesco alla chiamata, e, prima dei carabinieri c’è stato l’intervento dei vigili del fuoco. Il silenzio è rotto soltanto dallo scricchiolio del metallo annerito e dai colpi secchi dei rilievi fotografici».

Lo scoop della Gazzetta

Gaaloul lascia l’Italia nei giorni successivi. Nel libro anche un capitolo intitolato: «La telefonata tra Gaaloul e la giornalista Stefania Piscitello», in forza alla redazione della Gazzetta di Modena. «La conversazione, registrata dalla cronista e lunga poco meno di 23 minuti, diventa così il primo tassello in cui lo stesso Gaaloul, pur con ambiguità, si pone accanto ad Alice nell’allontanamento dallo Smart». «L’11 dicembre 2022 la Gazzetta di Modena pubblica l’intervista raccolta da Stefania Piscitello con Gaaloul, etichettandolo come “il tunisino in fuga”. In evidenza c’è proprio il punto che incrina la sua difesa: “Poi una ragazza bionda mi ha dato un passaggio per andare a casa. Voi mi chiedete se fosse Alice, io non posso rispondervi perché non la conoscevo e non so nemmeno che aspetto avesse… Io ho fumato una sigaretta e le ho chiesto un passaggio. Lei mi ha detto: ‘Andiamo’”».

La ricostruzione

Il libro – un’inchiesta a tutto campo su chi era la vittima e i suoi ultimi giorni di vita – ricostruisce nei dettagli l’indagine svolta dalla Procura di Modena e la cronaca del processo a Gaaloul. I resti di Alice, rimasti sotto sequestro presso l’Istituto di Medicina Legale di Milano fino a giugno 2025, vengono dissequestrati. Dopo quasi mille giorni, il suo corpo ha potuto finalmente fare ritorno a casa. I funerali, organizzati in forma privata, si sono tenuti il 5 luglio scorso nella chiesa di Ravarino. La sentenza di primo grado è arrivata il 23 luglio: 30 anni di reclusione per omicidio volontario e distruzione di cadavere a Mohamed Gaaloul.

L’intento del libro

Un caso che ha colpito l’opinione pubblica, trovato spazio sui media, segnato, in qualche modo, la narrativa, di tragica attualità, dei femminicidi. Per la sua brutalità, per gli interrogativi che hanno attraversato l’iter investigativo e processuale. Ma della vittima – si chiede l’autore di questo libro – della sua vicenda personale – chi se ne occupa? Di chi era, dove viveva, com’era la provincia in cui lavorava, quella bassa modenese che, in una notte di pioggia, un certo novembre, l’ha vista scomparire. Troppo spesso – osserva – si perde di vista la vittima, o si dimentica, o nessuno si chiede: ma chi era davvero?». Di lei resta il fatto che è stata uccisa, secondo l’autopsia, da almeno sette coltellate, ricevute nell’abitacolo della sua auto. Spirata prima di essere avvolta dalle fiamme. La sua vicenda umana è stata ricostruita, un capitolo alla volta, in questo libro: Da “Un giorno di pioggia”, a “L’uomo con il borsello a tracolla”, da “Il passeggero inatteso” ad “Alice non è tornata”, fino a alle requisitorie, alle arringhe, all’epilogo. Igor Patruno, (Roma, 1955), giornalista e scrittore per lo stesso editore ha pubblicato: “Il delitto di via Poma, trent’anni dopo” (2020); “Il delitto di Chiavari. La strana morte di Nada Cella” (2023); “Via Poma. Anatomia di un delitto” (2023); “Chi ha ucciso Cristiano Aprile?” (2024).l

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