Lucio Corsi raccontato dalla nonna: «Non perché è mio nipote, ma come lui non ce n’è. Aspetto Olly a mangiare i tortelli»
Milena Marchetti, 88 anni ad aprile, dopo la pausa per seguire il Festival di Sanremo ha riaperto il leggendario ristorante albergo di Macchiascandona: «Lui ha vinto nel momento in cui è salito sul palco dell’Ariston. Il momento più emozionante? Quando ha cantato con Topo Gigio»
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GROSSETO. «Per la nostra famiglia questa popolarità di Lucio è stata come una grande bomba». Milena Marchetti, 88 anni ad aprile, negli ultimi dieci giorni è diventata suo malgrado una star per essere la nonna di Lucio Corsi, il cantautore maremmano rivelazione di Sanremo, che ora rappresenterà l’Italia all’Eurovision Song Festival. «Lui ha vinto nel momento in cui è salito sul palco dell’Ariston – dice nonna Milena – per questo non siamo rimasti male. Alla fine è arrivato secondo per 8 voti in meno di Olly. Per noi, ripeto, il suo successo l’aveva già ottenuto».
Il ristorante di famiglia
La famiglia di Lucio ha vissuto i giorni di Sanremo nell’oasi di pace di Val di Campo, a due passi dall’antica città etrusca di Vetulonia (Grosseto). Ed è qui, sotto gli alberi di olivo, di quello che lui chiama il Far West, che l’artista ha spesso trovato l’ispirazione. Dopo la chiusura per seguire in santa pace il nipote al Festival, Milena ha riaperto il leggendario ristorante albergo di Macchiascandona, fondato nel 1959 col marito, scomparso circa 20 anni fa. Un locale oggi guidato dalle figlie Nicoletta, mamma di Lucio, e Giovanna. «Io continuo a preparare i tortelli e a pulire insalata e verdure», dice la nonna. Sulle pareti, insieme al ritratto di Milena con i suoi tortelli, campeggiano le copertine degli album di Lucio, tutti disegnati da mamma Nicoletta, pittrice per passione.
L’affetto dei clienti
Milena Marchetti è travolta dall’affetto dei clienti che si complimentano prima di mettersi a tavola. «È tutto bellissimo. Lucio, anche se ci ha fatto rischiare l’infarto per l’emozione, ha aumentato la mia gioia di vivere – racconta – Che era bravo si sapeva, ma sul palco e nel dopo Festival sono venute fuori tutte le sue qualità e mi fa piacere che abbiano tutti trovato i lati positivi. Lui nella vita è così, semplicissimo, spontaneo. Quello che ho visto a Sanremo è il Lucio di tutti i giorni, educatissimo con la gente, anche troppo bravo; un ragazzo che adora i suoi cani, Era ed Enea, più di noi. Non perché è mio nipote, ma al mondo d’oggi non si trovano persone così».
Stanchezza e riposo
La famiglia per Lucio è fondamentale. «Il rapporto tra noi è sempre stato bello. Senza suo babbo e sua mamma non può stare. Alla mamma racconta tutto, ma durante Sanremo ha sempre parlato anche con me». Com’è stata questa settimana? «Confesso che inizialmente l’abbiamo vissuta male, ma ci siamo rincuorati vedendolo tranquillo. Di solito è timido, ma s’è svegliato. Ora però ha bisogno di venire un po’ a casa, l’ho visto stanco, secco finito. Ha detto che appena può verrà a riposarsi a casa. Deve prepararsi con i ragazzi con i quali farà il tour: li conosco bene, sono sempre qua a mangiare. Sono insieme da anni».
I ricordi d’infanzia
Milena apre l’album dei ricordi: «Lucio è sempre stato un bambino tranquillo. Da piccolo andava in giro per i campi a cercare insetti e lucertole e sognava di fare il paleontologo. Dal punto di vista musicale è quasi un autodidatta, ha fatto tutto da solo. Ha trovato a Grosseto un insegnante bravo, Claudio Amore, che gli ha dato le basi per il piano e ha messo a frutto quelle conoscenze provando e riprovando nella sua camera». Fatale l’incontro con Marco Ronconi, Filippo Scandroglio, Iacopo Nieri, Giulio Grillo e Tommaso Cardelli, che ancora oggi compongono la sua band, alla quale non è mai stato dato un nome. «Fino alle medie – sottolinea la nonna, con Nicoletta che annuisce – Lucio a scuola è andato molto bene, poi alle superiori, mentre gli altri andavano a Grosseto a fare sport, ha continuato a trascorrere le giornate a Val di Campo a scrivere canzoni, ispirandosi a Neil Young e Bob Dylan, due artisti che adora e che grazie a Marco e Nicoletta ha anche visto dal vivo».
L’amore per la musica
Milena, invece, ha visto Lucio dal vivo «una volta, a Scarlino, ma mi faccio raccontare tutto, da quando, da solo con la chitarra, apriva i concerti agli altri artisti. Da dieci anni gira l’Italia, lo vedo sempre meno». Quanto a “Voglio essere un duro”, «la canzone è bellissima – dice – ma per me ne aveva anche di più belle. Il momento più emozionante? Quando ha cantato con Topo Gigio: m’ha levato il cuore». Per la riapertura c’è stato il tutto esaurito. «È così da 66 anni. Giovanna e Nicoletta andavano a scuola, poi davano una mano – dice Milena –. Lucio? Ha sempre avuto altri interessi. Il nostro locale è rinomato per i tortelli maremmani, burro e salvia o al sugo, ma nel menu ci sono altri piatti tipici: cinghiale, faraona, agnello arrosto, maialino, trippa, baccalà. Su ordinazione anche pesce, ma non è il nostro lavoro. Da qui son passati la Bonaccorti, Sandra Milo, Zoff, Brunori Sas, a cui Lucio ha fatto da spalla. E verrà anche Olly».
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